Nella ricerca di un editore per il mio romanzo, sto approfondendo la conoscenza di questo mercato come farei per un lavoro da copywriter. La sua peculiarità è che ha due target completamente diversi. I grandi editori guadagnano vendendo libri ai lettori, i piccoli vendendo servizi agli aspiranti scrittori.
C’è l’editoria a pagamento vera e propria, in cui dai tu dei soldi all’editore per farti pubblicare un libro. In quel caso il business finisce lì, non c’è nessun interesse a distribuirlo – con costi molti alti – nelle librerie: il guadagno per gli editori è la differenza tra le basse spese per stamparlo e quelle più alte pagate dagli autori.
Ma c’è anche una foltissima micro-editoria che non ti chiede soldi per pubblicare. Semplicemente stampa pochissime copie del tuo libro, meno di un centinaio, confidando nel fatto che fra i tuoi parenti, amici e conoscenti almeno quelle poche decine di copie – tipo durante la presentazione – si riusciranno a vendere. E anche in questo caso il business finisce lì. Magari sul singolo libro l’editore guadagna solo 500 o 1000 euro in tutto, ma se pubblica almeno 10 o 20 libri al mese, il fatturato sarà sufficiente a tenere in piedi l’attività.
Le agenzie letterarie, in teoria, dovrebbero guadagnare grazie alle royalty sulle copie pubblicate e vendute dai loro autori. Nella pratica, campano vendendo schede di valutazione e altri “servizi editoriali” agli aspiranti scrittori a varie centinaia di euro. Così come un numero sempre crescente di service editoriali, editor freelance, “esperti” che propongono “botteghe” e corsi editoriali: il modello è sempre lo stesso dell’editoria a pagamento, farsi dare soldi dagli aspiranti autori.
I concorsi letterari, tranne un paio, sono quasi tutti organizzati dalle piccole case editrici che ho menzionato, per cooptare più autori a cui proporre la micro-pubblicazione come “premio”.
Restano infine le pochissime grandi case editrici italiane (10 o 15 a dir tanto) il cui modello di business è davvero vendere libri ai lettori e basta. In quel caso, però, servono investimenti sicuri, quindi pubblicare testi di persone che abbiano già un pubblico di lettori/fan assicurato: scrittori italiani già affermati, scrittori stranieri famosi, giornalisti, politici, vip, influencer…
La strada più accessibile per un esordiente è, in realtà, il self-publishing. Che oggi, specie con Amazon, è sempre più evoluto. Però richiede investimenti promozionali, eventuali collaboratori (per copertina, editing, correzione bozze, impaginazione dell’ebook…) e capacità imprenditoriali non indifferenti, per emergere sulla concorrenza.
L’opzione finale è prendere i tuoi racconti, poesie o romanzo e schiaffarli su Wattpad, un blog o un altro spazio gratuito online. Zero spese, attese, stress e difficoltà. Invece di un libro, ai tuoi amici e conoscenti poi darai un link. Certo, così non ci guadagnerai nulla, ma tanto oggi ci si guadagna poco o nulla anche negli altri casi. Se non altro, di soldi non ne perderai.
Quasi quasi…